signore e signori, ecco a voi il SILENZIO
e va beh, allora ditelo...
Doveva
essere la settimana del ‘recupero’, del disimpegno, del relax pre ufficio, e
invece...
Giovedì,
nel tardo pomeriggio, ho accompagnato mia madre al pronto soccorso per quello
che prima era stato diagnosticato come lieve ictus, e che poi invece
sembrerebbe un piccolo attacco ischemico (per non farmi mancare nulla, nello
stesso pomeriggio qualche simpatico vandalo ha pensato bene di spaccare il
deflettore anteriore della mia auto nel parcheggio della piscina). Ancora una volta ero lì al momento giusto: magari è una semplice coincidenza, magari no. In questi
giorni sono solo a Milano: mio fratello e mia cognata (dei cui gatti mi devo
preoccupare in questi giorni) sono in montagna e tornano stasera. L’attesa in
pronto soccorso è stata abbastanza lunga e leggermente snervante: tra una cosa
e l’altra ne sono uscito alle 21. In macchina, mentre stavo andando a fare
tappa dai gatti, ero in balìa degli eventi: benché il peggio per mia madre
fosse passato, non mi sentivo proprietario del mio tempo. Inoltre non ritenevo ‘giusto’
il fatto che, non avendo ancora riassorbito il colpo dell’operazione paterna (è stato
dimesso meno di un mese fa, sta benissimo), il fulmine colpisse ancora nello stesso posto.
Ma
la cosa è durata poco. Le cose stavano andando bene: ho
ragionato sul fatto che le situazioni si possono sempre riparametrare.
Quella
sera dovevo vedere alcuni amici: li ho visti lo stesso, anche se più tardi
rispetto a quanto avevamo previsto. Ma lihovisti.
L’indomani avrei avuto una serie di cose da fare su più fronti, e mi sono
portato un libro da leggere nel caso in cui, in giro, avessi avuto una pausa
anche solo di 10 minuti.
Ho
pensato che in questi vortici mostruosi sia fondamentale distrarsi,
ritagliandosi anche pochi minuti per sè. Venerdì, appunto, mentre mi aggiustavano il
vetro dell’auto, avevo il mio libro: d’accordo, era più bello avere la
possibilità di leggere 40 pagine al posto di 10. Ma intanto sono riuscito a
fare qualcosa anche PER ME. Devo dire che poi, le fatiche della giornata sono
state portate a termine sorridendo in modo abbastanza spontaneo.
Lo
so, può sembrare la saggezza dei baci perugina, però ho capito che la
distrazione costruttiva in questi casi è fondamentale.
Se
le cose fossero andate peggio, sarei stato capace di formulare gli stessi
ragionamenti? Non ho idea, e non ci voglio pensare (stiamo nel presente). E poi
è ora di capire che è il mio turno di fare il genitore dei miei genitori,
cercando, laddove fosse possibile, di viziarli anche un po’. Anche se con mia madre,
questo, è diffficilisssssssimoooo!!!
quando si dice IL CASO...
E’
stato il momento finale del viaggio. E questo mi ha dato buonumore.
Sceso
dall’aereo, sono andato nella zona di ritiro bagaglio. Il nastro dove dovevo
attendere ospitava le valigie di ben tre voli. L’attesa è stata snervante
(unito al fatto che avevo dormito poco causa orari volo messi malissimo).
Mentre
aspetto, sono incuriosito da una scatola di cartone. La scatola passa e ripassa
più volte. La curiosità è tanta che a un certo punto la prendo in mano e... C’è
scritto il nome di una ragazza che conosco! Mi ringalluzzisco, anche perché so
che questa ragazza era in Giappone con una mia amica e un gruppo di persone.
Sarebbe
buffo trovarsi tutti insieme a Malpensa.
Sarebbe
bello sperare in un passaggio auto.
Sarebbe
bello non dover aspettare ANNNNI il Malpensa Express e tornare a casa in tempi relativamente brevi.
In
attesa della mia borsa, faccio un giro in zona, ma non vedo nessuno di noto.
Sul cellulare ho una sola tacca di batteria, che dovrebbe servire a mandare un
sms al fratello, a fare una chiamata al papà e una alla mamma. Ma io sono tipo
da farmi gli affari miei? Naaaa.
Mando
un sms alla mia amica spiegandole in sintesi la circostanza (strano che sia riuscito ad essere sintetico,
ndr). Lei mi risponde dicendomi di essere ancora in Giappone e che la
suddetta ragazza è ritornata il giorno prima. Intelligentemente, l’amica mi
fornisce il numero per chiamare la proprietaria della scatola di cartone e chiarire tutto.
Faccio la telefonata e scopro di essere l’uomo giusto al momento giusto: non
solo la ragazza è effettivamente proprietaria di quel pacchetto (il cui
imballaggio per l’imbarco, mi spiega la tipa, ha avuto una storia che Guerra e
Pace a confronto sembra un pensierino delle scuole elementari), ma mi dice che
il pacchetto era pure un regalo per il padre, e il fatto che questo ‘collo’ non
fosse arrivato a destino le aveva fatto perdere qualsiasi speranza per il
reperimento.
Una
volta tanto la curiosità non è stata deleteria a nessuno.
Una
volta tanto non farsi gli affari propri ha portato del bene...
Eh, però ci pensi...
Mio padre.
Gioie e dolori. Qualunque cosa
sia successa, qualunque cosa sia stata detta/fatta, non lo cambierei con il
papà di nessuno (che incipit da libro
cuoreee...). Già ho avuto modo di dire come la nostra famiglia abbia fatto
un patto con il diavolo: nonostante tutto, siamo tutti in (abbastanza) gran
forma e non dimostriamo l’età che abbiamo.
Mio padre, dicevo.
In tempi recenti, in vista della
sua solita trasferta estiva in toscana con la sua donna, ha deciso di fare
check up di tutti i tipi (anni 77, direi che abbia agito saggiamente). Man mano
mi aggiornava sull’esito di questi, dicendomi non solo che tutto era a posto,
ma anche che i medici si complimentavano per l’esito.
Ma anche il più bravo
concertista, nonostante l’esperienza, nonostante la concentrazione, può
sbagliare una nota.
L’altro giorno, mi ha detto che
da un controllo fatto risulta che la sua aorta sia più grande del normale:
potrebbe trattarsi di un aneurisma. A metà luglio deve fare una T.A.C. per
capire esattamente la natura di questo “sbaglio”.
Sia un’inezia, sia un problema serio, sta di fatto che dovrà essere
sottoposto COMUNQUE ad un’operazione a cuore aperto.
I medici non sono stati
ansiogeni. Hanno detto che fino a luglio la vita deve continuare così come sta
continuando adesso. Solo senza particolari sforzi.
Vivere il presente è sempre una
ricetta importante.
Non mi mancano i pensieri, le
persone e le cose per vivere il presente, per distrarmi del presente, e per
distrarmi nel presente.
Però un pensiero a tutto questo
ci va sempre (senza perdere il sonno, intendiamoci).
La
notizia è della settimana scorsa, e ancora non ho sentito mio fratello al
riguardo. Potrebbe essere un motivo per sentirsi un po’ di più fratelli.
UBRIS
Pirandello
ci insegna che a questo mondo le verità sono molteplici. Si potrebbe azzardare
che ad ogni individuo corrisponda una singola verità.
Ma
perché questo mondo possa essere il migliore dei mondi possibili mancano alcuni
dettagli fondamentali.
Pochissimi
accettano l’esistenza, o meglio, la veridicità
di questa affermazione. La verità, per molti, è una ed una sola. Guai a chi la
pensa diversamente (ma il R I S P E T T
O?).
Ma
non solo.
Per
questi molti di cui sopra, la verità
di cui si fanno espressione diviene quasi VERBO, verbo da non profanare, postulato
che quindi non necessita di dimostrazione o confutazione. Basta avere un po’ di
capacità eloquenti, una personalità appena un po’ carismatica e ti vengono
dietro in molti.
La
tua opinione (= VERITA’) può essere anche di pessima qualità. Se appena le tue
argomentazioni a suo supporto sono F O R
T I vedi quanta gente passa dalla tua parte (che bello, eh?).
Perché
esistono anche molti indecisi che si accodano alla massa che segue il più
forte. Forse per pigrizia. Forse anche per ignoranza.
E
non seguire l’opinione del più forte a volte può creare qualche disagio,
qualche emarginazione. Se tu sei quello che non la pensa come il gruppo la stima nei tuoi confronti
sicuramente decade.
Sono
contento di essere una voce fuori dal coro. Mi fa male non essere preso sul
serio dagli altri nel momento in cui dico/faccio/decido qualcosa: se
dico/faccio/decido qualcosa, lo faccio a ragion veduta.
Un
mondo che va avanti non sul confronto o il dibattito ma sullo SCONTRO e sull’offesa
(eccerto: se non segui l’opinione del più forte sei pure stupido).
Ma un po' di autoironia?
..doesn't have to be serious...
Fonte: youtube
THE GREAT ESCAPE?
Chiedere
Alla
gente con le cuffie
Chemusicascolti?
Chiedersi
sempre in quale dei mondi migliori
È
possibile la fuga
Chiedere
alle persone
Come
un sondaggio
Se
vale la pena scappare
Nel
proprio universo interiore
Chiedere
agli amici
Se
le vecchie emozioni
Funzionano
ancora
Se
è ancora questo il migliore dei mondi possibili.
MAGARI...
gli occhiali da sole la primavera vera i pensieri tra parentesi e la speranza di dire ancora una volta il ritornello di questa canzone...
Fonte: youtube
I'VE BEEN WASTING MY TIME
fonte: Youtube
Comunque
vada, spreco il mio tempo.
Faccio
piccoli salti mortali per guadagnarne da una parte e finisce che invece ne
perdo da un’altra. Insomma, non riesco ad organizzarmi come voglio. E, rispetto
al passato, anche solo l’anno scorso, me la prendo di più se non riesco a
sistemare le cose come voglio.
E
poi, può sembrare strano ma... mi sembra di fare le cose con la stessa velocità
di sempre. Oppure il tempo ha imparato ad andare più in fretta.
E’
l’una passata di notte, e invece di anadare a letto a recuperare le forze (perchè
nonostante le vacanze pasquali, sono ritornato al lavoro con lo stesso deficit
di sonno che avevo prima dell’ora legale), sono qui a non trascurare il mio
blog...
(ma
domani non vado a lavorare!)
ENTROPIA
Tra
il dire e il fare
Non
c’è nemmeno la forza del d i r e
Pensieri
scombinati AD MINKIAM
Nervosismi
e mancanza di serenità.
Non
esistono le priorità:
c’è
piuttosto una gara ansiosa
perché
incombenze e amenità
sian
praticate tutte
contemporaneamente
siamo alle solite...
I
reparti insorgono nuovamente per un discorso che periodicamente riemerge: si
lamentano di essere chiamati a produrre qualcosa che per loro sarà sempre
inaccessibile. Di fronte a queste proteste i sindacati rimangono immobili
(alcune volte hanno pure il coraggio di schierarsi) quando invece dovrebbero
fermamente far capire l’inanità delle posizioni degli operai. La dirigenza è
più tampax che mai e anche tra noi
colleghi si è persa una certa unità d’intenti che solo l’anno scorso era
abbastanza integra. Insomma, la situazione destabilizza e spiazza anche gli
animi più solidi.
La
fabbrica continua a veleggiare, seppure su una zattera (fatiscente): non
sembrano esserci tempeste nell’immediato orizzonte (quelle che ci sono state
bastano e avanzano, comunque per il futuro tutto può essere).
Colleghi
in crisi (anch’io non scherzo), operai allo sbando, ecc. Ma la produzione
riesce ad andare avanti e così la crisi non ci dovrebbe colpire più di tanto.
Se
lo facesse allora sì che sarebbe il disastro.
come siamo (stati) ridotti!!
[...] Conoscete il palio di Siena?
Vincerlo, per una contrada, è una gioia immensa. Ma esiste una gioia
altrettanto grande: assistere alla sconfitta della contrada rivale. Funzionano
così molte cose in Italia: dalla geografia all’industria, dalla cultura all’amministrazione,
dalle porfessioni allo sport (i tifosi dela Lazio felici di perdere con l’Inter
pur di evitare lo scudetto alla Roma). La politica non poteva fare eccezione:
il tribalismo non è una tattica, è un istinto. Pur di tenere fuori la sinistra,
giudicata inaffidabile, molti italiani avrebbero votato il demonio. E B. Sa essere
diabolico.
Ma il diavolo, diciamolo, ha un altro
stile.
Beppe Severgnini – LA PANCIA DEGLI
ITALIANI
Sfoglia
luglio
settembre
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