IL MAESTRO E MARGHERITA – Michail Bulgakov
Armonia
degli opposti. Fatica. Ironia. Lungaggini. Storie che si intrecciano
vorticosamente. Storie avulse. La magia. Il diavolo. La razionalità.
Forse
mi sono creato troppe aspettative su questo libro. Sta di fatto che non ho mai
faticato così tanto per concluderne la lettura. Forse, però, non è colpa del
libro: forse ero io a non essere del tutto sintonizzato su queste vicende.
Nel
dedalo di tutte queste sfaccettature della trama, chiaramente si distingue la
vicenda che dà il titolo al romanzo: il tono, il registro di scrittura sembrano
più elevati rispetto al resto e dotati di un maggiore lirismo.
Non
mancano di certo personaggi originali e fuori dagli schemi (Azazello rules; il
gatto nero) le cui caratteristiche danno all’insieme il pregio di essere A V A N T I per il periodo in cui il libro è stato
scritto.
Oltre
ad una parodia di tutti i meccanismi burocratici tipici di un’Unione Sovietica
del secondo dopoguerra, dal libro si può trarre una morale: se ti metti contro
il diavolo, se vuoi combatterlo con
tutta la violenza razionale che hai, finisci male e isolato dal resto del
consesso umano; se ti avvicini a lui bonariamente, ma pur sempre con distacco,
potrai godere di qualche beneficio.
In
fondo, si dice che il diavolo non sia così brutto come lo si dipinge…